Testi teatrali

Immortali

Sono passati duemila anni dall’avvento del cristianesimo, gli dei delle religioni precedenti hanno perso tutti i loro poteri e sono condannati all’immortalità.
Essere immortali comporta molti problemi come diffidenza e rischi di varia natura fra cui quelli di essere scambiati per streghe o esseri demoniaci al tempo dell’inquisizione, sospetti di truffa o, al giorno d’oggi, diventare oggetto di ricerca scientifica diventando cavie umane.

Dai meandri della mitologia greca giungono a noi due figure: Zeus e la ninfa Io (successivamente diventata la dea Iside presso gli egizi), trasformata a suo tempo proprio dal re degli dei in giovenca per sfuggire alla vendetta di Era, legittima consorte del monarca dell’Olimpo, a causa della tresca ordita da Junge, sorella di Io che fece bere una pozione magica a Zeus facendolo innamorare di Io per l’appunto e con cui egli giacque trasformato in nube dorata..

Zeus e Io si incontrano, e fra i due nasce una discussione animata, piena di recriminazioni e conflitti mai risolti. Ma l’incontro è solo in apparenza casuale, in realtà Io ha una richiesta dolorosa e disperata che Zeus non intende soddisfare poiché lo obbliga a fare i conti con le sue responsabilità.

Il testo attinge il suo stile dal linguaggio mitologico intrecciandolo con quello contemporaneo segnando un percorso di dolore esistenziale segnato dalla condanna alla vita eterna nel perenne rimorso dei propri comportamenti e dell’obbligo a fare i conti con le proprie responsabilità.

La valigia

Attraverso la valigia, oggetto diffusissimo ed estremamente vario, la sinossi si sviluppa su quattro temi:

  • la valigia della rinascita: da una tragedia che travolge la vita di una coppia, Teresa moglie di Giancarlo trova, attraverso un percorso doloroso e intenso, la forza di costruire la propria vita mettendo in atto un vero e proprio processo di resilienza;
  • la valigia del riscatto: in una sala d’attesa di una stazione ferroviaria un giovane studente universitario e un uomo di mezza età discutono animatamente della propria esistenza. Sepranze e sconfitte si avvicendano in un dialogo sempre più intenso che sfocia in un colpo di scena finale;
  • la valigia dell’attore: un attore a riposo riapre la valigia in cui sono contenuti i cimeli di una vita sul palcoscenico e rievoca opere e interpretazioni che richiamano alla mente frammenti di vita particolarmente intensi;
  • la valigia della puerpera: Serena prepara la valigia che a breve l’accompagnerà in ospedale per il parto, in questo è aiutata da sua madre con la quale, partendo da una scelta traumatica della figlia, si accende una discussione intensa e animata che riporta a galla conflitti irrisolti e i rapporti di forza familiari.

La Valigia è stata rappresentata in prima assoluta al teatro “Giulia di Barolo” a Torino il 4 aprile 2018.

L’ultimo giorno

Da un evento inspiegabile e surreale, un uomo sostanzialmente anaffettivo prende coscienza della propria condizione umana.
Il processo di consapevolezza diventa particolarmente amaro e intenso e lo spinge ad affrontare un percorso che parte dai sentimenti e dalle relazioni affettive che si rivelano più complesse di quanto pensasse.
Il finale a sorpresa rivela tutta la fragilità di un’esistenza vissuta in una sostanziale solitudine cercata e mai realmente affrontata per quello che è.

Il racconto uscì come romanzo d’appendice pubblicato su Facebook nell’estate/autunno del 2011.

“L’ultimo giorno” è andato in scena presso il teatro Ridò a Torino il 10 novembre 2018, in forma di reading dell’autore con il supporto di versioni acustiche di canzoni di Symon e Garfunkel, Elton John, Mercedes Sosa e Diana Krall interpretate da Sasca Malabaila con la proiezione degli acquerelli di Maura Scalenghe che sottolineano graficamente lo stato d’animo di ciascuno dei quattro capitoli.
La prima replica è andata in scena domenica 24 marzo 2019 presso il Piccolo Teatro Comico di Torino.
La seconda replica è andata in scena venerdì 25 ottobre 2019 presso il teatro Dravelli di Moncalieri con l’inserimento di Vita Respina come deuteragonista.
La terza e ultima replica è stata rappresentata sabato 15 febbraio 2020 presso la sala “L’Arteficio” di Torino con il supporto musicale di Mauro Legovich.

Il vuoto

Un pronto soccorso di una sera qualsiasi, un paziente parla col medico di guardia partendo dal suo stato di salute e dell’episodio che lo ha condotto lì. Piano piano si dipana attraverso il monologo, inframezzato dalle risposte dell’interlocutore che si intuiscono dalle parole del protagonista, l’esistenza del paziente che trova nelle piccole minimalia della vita le piccole grandi gioie dello stare al mondo.

Il tragico finale a sorpresa modificherà e capovlogerà improvvisamente l’idea che lo spettatore si sta facendo della sinossi e del concatenarsi degli eventi, come in un confuso puzzle in cui all’ultimo momento le tessere trovano finalmente la propria collocazione.

Pubblicato a puntate come romanzo d’appendice nel settembre del 2019 su Facebook, “Il vuoto” ad oggi non è stato ancora portato in scena ma è disponibile in podcast diviso in sette puntate su www.audiodrammi.it

Una volta ti vengo a trovare

La depressione è la vera protagonista di questa commedia che oscilla fra l’ironia con punte di comicità e il dramma. Invocando Dio un quarantenne in piena crisi depressiva se lo trova davanti in carne e ossa. Il Padreterno decide dunque di manifestarsi e portare soccorso ad Attilio, che ben presto scoprirà che il percorso di risalita dall’antro oscuro in cui si trova è molto più tortuoso di quanto si possa immaginare, ma anche Dio ha i suoi problemi da affrontare che nel dipanarsi della vicenda vengono a galla incrociandosi con quelli di Attilio e generando un reciproco sostegno. Il tutto inframezzato da una zia svampita e divertente che porta una nota di leggerezza accompagnando lo spettatore nell’alternanza di stati d’animo ed emozioni che si concludono in un arricchimento reciproco fra i due protagonisti.

Non è un testo religioso, anzi il Dio esposto è molto concreto e distante da ogni concetto di rito, ma i temi della sua esistenza e del suo agire sono affrontati per essere oggetto di una ricerca sottile del senso della vita e della fede.