Il potere dell’astrazione

Lucrezia interpretata da Patrizia Pozzi - Locandina della serata al conservatorio di Torino il 1/4/2023

Quando un attore è bravo? Quando un attore da artigiano diventa artista? Quando possiamo dire di aver apprezzato un’interpretazione davvero ben fatta? Ci sono molte risposte a queste domande, tutte lecite e legittime, poiché tanti sono gli elementi che concorrono a determinare la bravura di un interprete, ma io ne prediligo una: quando ci fa vedere e sentire ciò che non si vede e non si sente, quando cioè induce lo spettatore ad astrarre.

Ieri sera ho assistito ad una magnifica interpretazione: “Lucrezia” per la regia di Ivana Ferri e l’interpretazione di Patrizia Pozzi ed è stata emozione pura. Anche il giorno dopo, a mente fredda, quelle emozioni hanno lasciato il segno, sono sedimentate e continuano a farlo.

Si tratta di un monologo autobiografico di Lucrezia Borgia basato sulle ricerche storiche della professoressa Diane Yvonne Ghirardo dell’University of Southern California di Los Angeles e interpretato da Patrizia Pozzi. Una narrazione ricca di emozioni: gioia, tenerezza, dolcezza, rabbia, violenza, morte e dolore. In poco più di un’ora si viene immersi in un tempo, la fine del XV° secolo fatto di intrighi, cospirazioni, guerre, delitti e misfatti vari attraverso cui emerge la figura di Lucrezia non più con le tinte fosche della malvagità delle nefandezze commesse dai suoi familiari (come buona parte della letteratura e della storiografia ha fatto) ma con l’immagine pulita e sofferta di una donna di quel tempo che doveva affrontare e gestire un mondo patriarcale che su di lei aveva un peso ancora maggiore (essendo figlia di papa Alessandro VI). Al di là delle verità storiche, l’abile regia di Ivana Ferri ha offerto un tocco di dolcezza e tenerezza che nulla hanno tolto allo spirito cruento delle vicende narrate restituendo una figura umana, quella di Lucrezia Borgia, fatta di sentimenti e di intimi travagli.

L’interpretazione di Patrizia Pozzi è stata intensa, credibile e profonda. Ci ha fatto abitare le stanze dei castelli ferraresi, ci ha fatto vedere, apprezzare e disprezzare uomini e donne che parevano essere lì in carne e ossa, ci ha fatto soffrire amare e gioire con i sentimenti di Lucrezia e vivere le sue emozioni condividendole con noi, ha cioè fatto quello che una vera artista della scena sa fare, ci ha fatto emozionare, ci ha fatto astrarre, ci ha commossi, ci ha coinvolti, ci ha preso per mano e portato nel mondo di una donna così distante da noi da renderla tanto attuale e presente. Cosa si può chiedere di più ad un’attrice?

L’artigiano è un abile esecutore, capace e attento, l’artista è una fonte di emozioni.

Ieri sera Patrizia Pozzi ci ha emozionato.

Perché il teatro è vita.